tango introduzione

tango introduzione

Ho scoperto questa disciplina artistica alla fine degli anni novanta proprio quando ho iniziato a frequentare con maggiore assiduità Venezia. Il primo approccio non fu piacevole, mi accorsi che, per iniziare a ballare il tango, fosse necessario reimparare a camminare.

Eh si, perché il tango impone alla coppia di diventare una sola, articolata, creatura, che si muove a ritmo e interpreta emotivamente la musica. Questo complesso di fattori è estremamente difficoltoso da realizzare per chiunque, anche per coloro che ormai praticano il tango da decenni.

Abbandonai.

Passarono alcuni mesi e periodicamente andavo ad ammirare i ballerini. Senza poter ballare mi sentivo incompleto. Mi convinsi che conoscere il tango mi avrebbe migliorato. Insomma decisi di andare fino in fondo. Fu così certamente.

Aver voluto approfondire questa grande cultura e questa disciplina artistica mi ha dato moltissimo, a parte le notti insonni. La danza, soprattutto quella di coppia, aiuta a sviluppare l’empatia che è una delle cose più utili per comprendere il prossimo.

fervor de buenos aires

Ho poi scoperto tutto l’ambiente che fa da corollario alla semplice serata di ballo e ho compreso quanto siano pregnanti le afflizioni umane, tanto da porre i benefici che il tango può donare, nettamente in secondo piano rispetto alle emozioni negative che ci dominano.

In tal senso esiste, come sempre, una continua lotta tra il bene ed il male che, come in tutte le cose, si estende anche in questa realtà e forse ancor più, essendo essa espressione della nostra più libera emotività.

Quando i valori di emotività, irrazionalità e valenza artistica, sono le basi dell’opera dell’uomo, le afflizioni quali: presunzione, ambizione, invidia, rivalità, gelosia, rabbia, avidità e così via, divengono primari motori motivazionali. Ciò perché le persone poco istruite e poco affini al mondo delle arti, ritengono che quei valori consentano loro di giocare sul filo del dubbio, della soggettività, della pretesa originalità. Allora il tango, così come tante altre forme artistiche, diviene una mera esposizione dell’io, una farsa.

Questo sviluppo drammatico e degenerativo è ovviamente inevitabile essendo lo studio e la pratica del tango cosa universale e libera; si tratta di un prezzo che necessariamente si deve pagare.

Solamente accogliendo gli aspetti positivi e sublimando le emozioni negative si può ritrovare questa danza come una vera forma d’arte, utile al benessere del singolo che la pratica ma anche a quello di chi ne gode solo con l’osservazione.

tango considerazioni empatiche

tango, considerazioni empatiche

Penso che la ricerca dell’abbandono sia il giusto modo di porsi per la “mujer” che capisce questo ballo, prima dell’infinita ricerca tecnica.
È proprio da qui che può nascere il senso di comunicazione e contatto profondo che l’esperienza del tango trasmette.

Da quando ho iniziato a imparare il tango ho compreso che non si tratta semplicemente di un modo di muoversi o della rappresentazione di una relazione fisica o della drammatizzazione di una particolare musica. Il tango si può ballare anche sul ritmo delle onde del mare; o nel silenzio assoluto.

tango venezia san giacomo dall'orio

Questa “danza” è un raffinato ed evoluto sistema di comunicazione empatico e psicofisico, basato sul linguaggio del corpo e sull’equilibrio tra volontà e azione, tra idea e creazione. Siamo lì insieme, ci spostiamo insieme nello spazio e nel tempo, come fossimo una sola creatura che può tutto; può quasi oltrepassare i limiti fisici e librarsi nell’assenza di gravità o sforzo.

Quando abbraccio e guido la ballerina sento il battito del cuore, il respiro. Percepisco la traspirazione del corpo e la tensione che fluisce nei muscoli, l’equilibrio che si sposta.

È un’esperienza completa che stabilisce un legame, ma non un legame standard. Ogni legame è diverso perché cambia la psiche. Cambia la mente.
Quando ballo sono sicuro di sentire tutto.

È come se le emozioni mi venissero trasmesse pure, senza la mediazione e le omissioni del linguaggio. È un dialogo tra subconsci, il miglior dialogo che esista: puro, limpido, cristallino, senza pudore, senza complessi.

Il desiderio di forza o di delicatezza, la ricerca della fiducia, della sicurezza materna, il fascino della perdita del controllo di sè, dell’abbandono completo, al limite dell’annullamento nell’altro; ecco alcuni esempi.

Oppure la chiusura, la timidezza assoluta, il timore dell’altro, il timore di aprirsi, di essere feriti, il desiderio di controllo. Quando associo a questo la gioia di dare la gioia, raggiungo un dialogo talmente profondo che confina con la seduzione mistica.

Da come mi sento dopo una serata di tango posso affermare che il mio subconscio si sia librato senza le catene della coscienza. È una sensazione di libertà che non ho ancora mai trovato in nessun’altra occasione; ed ogni volta che si ripropone è se stessa e nuova e dona un’appagamento fisico e morale…

Mi rende così intrinsecamente, intimamente felice.
Questo ideale, che abbiamo appena iniziato a conoscere, è un microcoscmo sconfinato. Lo vivo e lo faccio con tutta la mia mente perché è nella mia natura; e fare le cose con la mente credo che sia l’unica vera sola vita.