header alcune piccole radici del male

Alcune piccole radici del male

come il maligno s’insinua nella mente umana

Esistono le persone malvagie?
Si, esistono e fanno parte del grande insieme di coloro che hanno disturbi psichici ( vuol dire tutto e nulla visto che almeno il 75% della popolazione ha disturbi psichici ); ma la malvagità è un universo di sottilissime sfumature tra le quali ci si perde tanto da scambiare certe persone malvagie per semplici ignoranti o sempliciotti.

Qui vorrei accennare ad un insieme di soggetti che sono diventati molto noti negli ultimi 15 anni con l’avvento dei social network, con alcune conseguenze che reputo pericolose. I social ci consentono di uscire virtualmente di casa e di confrontarci praticamente con chiunque. Come se ci mettessimo a parlare in piazza con tutti quelli che passano.

Ecco che questa nuova e potente risorsa ci ha mostrato principalmente aspetti degeneri e negativi perché, come la stupidità, sono i più comuni nella generica popolazione umana.

I meschini

Tra questi mi colpiscono particolarmente quelli propri di coloro che insultano scienziati, ricercatori, esperti, professionisti; negano risultati di studi, sussistenza di scoperte. Svelano una forma psicopatologica antisociale piuttosto ripugnante perché del tutto lampante e stridente con il più semplice buon senso; qui, infatti, le sottigliezze non contano.

Da cosa ha origine questa degenerazione, questa perversione?
Mi arrischio, addentrandomi con la sola guida del mio intuito e di qualche lettura, con un parere. Questi individui sembrano divenuti adulti senza aver ricevuto un minimo d’educazione e di nozioni ( forse sono alla terza media ma non è detto ). Le loro famiglie li hanno trascurati, sono cresciuti in ambienti privi di stimoli, superficiali, incentrati esclusivamente sul materialismo, sui bisogni primari e sui tristi disvalori dei meschini.

Giunti alla forma fisicamente adulta, col vissuto che ovviamente si portano sul groppone, accedono al web e poi al social, dove vengono letteralmente bombardati da migliaia d’informazioni e notizie d’ogni tipo. Se poco poco escono dalla loro consuetudinaria realtà, che il web è dispostissimo a propinare per indispensabili interessi economici, si ritrovano altre migliaia di notizie ed informazioni che sconfinano tra letteratura filosofia economia scienza medicina politica. Si ritrovano disorientati, privi del caldo comfort che offriva loro il gossip, l’esito sportivo, il populismo becero, il porno-giornalismo, l’alluce valgo, la calvizie, il pronto moda, lo stupro, la carneficina domestica.

Precipitati quindi dal letto della loro squallida esistenza consumistica e cronachistica, si svela loro questo nuovo mondo che, se prima era appena percettibile e lasciato a luoghi alieni come università, scuole, centri di ricerca, laboratori, studi, o anche rubriche specialistiche di programmi tivvù ( facilmente trascurabili con lo zapping ), oggi, con l’euristico algoritmo dei social, può divenire assillante richiamo ad una coatta pseudo-riflessione sulla propria condizione d’inadeguata arretratezza.

Far fronte a tali pesanti aggressioni alle proprie certezze è dura. Credono di poterle ignorare ma infine il subconscio ( lo hanno tutti ) si ribella e fa soffrire. Reagiscono allora ricercando appigli che diano la tanto agognata conferma che, anche in quel mondo così immenso e disorientante del sapere, vi sia qualcosa di sbagliato e corrotto ( come loro ) che li faccia rasserenare.

I ciarlatani

Ecco che entrano in gioco i ciarlatani. Parlano la loro lingua e affrontano quel colosso facendo loro credere di poter avere la meglio. I ciarlatani divengono i loro eroi, quelli che possono riscattarli rassicurandoli di essere nella posizione giusta, infissi sempre più a fondo nella loro condizione miserevole e ottusa. La paura passa e grazie a pompate di endorfine, si sostituisce con una fiera e baldanzosa presunzione; con poco o nessuno sforzo ce l’hanno fatta!
Hanno sconfitto il colosso del sapere!!
Grazie al ciarlatano possono insultare l’astronauta, irridere l’ingegnere, denigrare l’architetto, snobbare lo scrittore, maledire il naturalista, ignorare il medico, avvilire l’artista e, soprattutto, negare passo passo ogni verità scientifica o fatto storico che abbia superato ormai da tempo la prova della confutazione. 

Il sollievo è integrale e rafforza il senso di sicurezza. È come come quando il pubblico ride avanti alla gag del comico. Quella risata ha una componente apotropaica, depura la coscienza illudendoci, ponendoci in una posizione d’alterità rispetto al comico. Ridiamo di ciò perché crediamo di non essere ciò di cui ridiamo. Ecco perché la comicità e la satira hanno una pericolosa potenzialità sul pubblico ( ne parlerò altrove ).

Questi individui sono invertiti e cercano autorevolezza e conferma in ciò che gli somiglia. Altrimenti dovrebbero ammettere di essere ciò che sono.

I moralistici

A questo punto, da profano, avrei anche esaurito l’argomento ( di per sé arido ), se non fosse per una reazione che negli ultimi tempi verifico sempre più spesso in quelli che vogliono opporsi alla massa putrescente di questi meschini. Si tratta di un altro gruppo di persone convinte di detenere le redini del giusto, del bene, del sano, del sapere e, soprattutto, di avere il diritto d’auspicare pubbliche forme di contrasto a quegli altri, sono i moralistici.

“respirano il nostro stesso ossigeno”

All’inizio le reazioni s’incentravano sul fatto che disgraziatamente quelli respirassero il nostro stesso ossigeno. Si trattava ovviamente di humor nero piuttosto esagerato in contrasto alle enormi bassezze dei primi ma quella considerazione veniva ripetuta ed implementata in pagine e gruppi, finché col tempo essa si è persa, forse per l’intervento dei moderatori che hanno sanzionato chi la diffondeva.

“essi votano”

Debuttò allora la meno violenta ma più subdola espressione “essi votano”, impossibile da censurare ma che invia un messaggio parimenti, se non più, preoccupante del primo. Un messaggio destabilizzante per la stessa strutturazione del nostro sistema democratico. Infine pare che il peggior danno non lo causino i meschini che ho descritto ma i moralistici, presunti sani ed autorevoli.

Questi ultimi infatti licenziano l’idea di negare diritti universali a porzioni di popolazione sulla base di giudizi morali e di merito socio-culturale, facendo il paio con chi centocinquanta anni fa riteneva che chi non avesse titoli di studio ( e magari non fosse maschio ), non dovesse accedere alle urne.

Temo che il placet a questa ondata d’elitaristica repressione avverso il dilagare dei meschini operata dai moralistici, che valuto del tutto simmetrica ed equidistante a ciò che sia bene e giusto e conforme a principi fondamentali di eguaglianza e civismo, l’abbia dato ( involontariamente ? ) il compianto Umberto Eco.

umberto eco citazione legioni imbecilli social network libertà parola premio nobel

Agli esordi del web come strumento di comunicazione di massa nella sua forma popolarizzata dei social network, forse in preda ad un momento di rilassamento conviviale e confidenziale, affermò che i social sono pieni d’imbecilli con lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel. L’affermazione, per quanto si possa ampiamente condividere, fu la miccia che accese l’irrazionale replica di altre legioni di imbecilli: i moralistici.

Questi, dotati probabilmente di un’istruzione superiore a quella dei meschini ma certo della medesima presunzione e protervia, oltre al non aver assimilato solidi valori morali positivi, si sono girati il film in cui assumono il diritto/dovere di poter negare libertà civili ai secondi. Magari sono le stesse persone che in altri contesti blaterano vacuamente sull’identità di genere o sulle minoranze etniche o sulle popolazioni perseguitate o su fantomatici domini d’apartheid, fino a discettare sui benefici della pace e del disarmo universale a tutto vantaggio delle popolazioni invase.

Conclusioni

È preoccupante tutto ciò?
Ebbene sì, lo è perché ciò che affermiamo con la parola o con lo scritto e che iniziamo a ripetere compulsivamente, seppur esecrabile, ipocrita, falso, fuorviante, crudele, violento, corrotto, sovversivo dell’ordine del diritto, lesivo delle libertà fondanti, originato da bias cognitivi e convinzioni errate, diviene col tempo realtà fondata e valore sul quale poi si basano le nostre scelte collettive. Sono i semi che gettano poi alcune piccole radici del male.

a scuola di inteligenza

A squola di inteligenza

Stamattina, mentre ero intento a contrastare la marea eccezionale che ha allagato la mia casetta a San Marco, scorrevo il solito facebook e mi sono imbattuto in uno strano meme con una citazione attribuita al caro Piero Angela. Il meme afferma che “la scuola dovrebbe insegnare a diventare intelligenti”.

Ecco il meme:

a scuola di inteligenza

Sono rimasto stupito! Non posso credere che Piero Angela si sia espresso in questa maniera così poco elegante sciatta e grezza; ma non solo.

Non posso credere che Piero Angela possa sostenere una “teoria” del genere, insomma che l’intelligenza sia qualcosa che s’apprende andando a scuola.

Le mie letture mi hanno fatto comprendere che l’intelligenza sia qualcosa d’innato, un talento naturale che ognuno di noi ha alla nascita.

Mi hanno fatto comprendere che l’intelligenza sia tra le cose meno conosciute e meno comprese dal sapere umano. Essa si manifesta in molteplici aspetti e sotto differenti sfumature. Inoltre è sostanzialmente impossibile da quantificare non essendovi alcun riferimento assoluto al quale poterla paragonare.

Che possa essere oggetto d’insegnamento nelle scuole è quanto meno grottesco. Dovremmo allora intendere che ogni professore possieda un’intelligenza così eccelsa e superiore tale da poter infondere quella stessa nella mente dei suoi allievi. E con quale misterioso strumento? Un alambicco? Un clistere?

Ne ho conosciuti di professori cretini nella mia vita, quale intelligenza avrebbero potuto trasmettere costoro?

Penso anche ai tempi ed ai luoghi in cui le scuole non esistevano… Per certi ottusi e pedanti che possano dar credito a quell’affermazione, sarebbero tempi e luoghi privi d’intelligenza, popolati da stupidi inetti, incapaci di qualsiasi ragionamento. Insomma la maggior parte della storia umana e delle persone che l’hanno popolata, sarebbe stata scritta da idioti!!

Penso a tutti quegli uomini e quelle donne ( soprattutto ) che non hanno potuto accedere alla scuola e che hanno comunque dimostrato a sè stessi ed agli altri, la loro sensibilità e la loro intelligenza.

Spero proprio che quelle parole non siano di Piero Angela. Sarebbero un vero insulto all’intelligenza che, come una dea bendata, pone la sua benedizione o la sua maledizione ( si può maledire il fatto di essere intelligenti ) sul capo di tante persone anonime, lontane, in condizioni difficili, che non hanno accesso al sapere ma che, col loro talento donano un raggio di luce a chi è loro vicino.

Per concludere: l’intelligenza non è codificabile e quindi non può essere trasmessa per apprendimento.

A voler essere maliziosi si potrebbe pensare che quel meme sia stato realizzato con lo scopo di fare un sillogismo:
non ha studiato = ignorante = stupido
ha studiato = colto = intelligente.
Ciò significa che nulla di buono potrà mai originare da chi non ha avuto la fortuna di accedere alla scuola.

Si pone in questo modo una cesura netta con le qualità umane tra le quali si trova anche l’intelligenza. In pratica è la rivincita degli stupidi che hanno studiato ( magari come sgobboni ) sull’universo delle intelligenze umane che costoro invidiano.

Si noti che le più luminose intelligenze spesso sono resistenti all’autorità scolastica… e così via…

La rete social.

Questo brano giunge in rete e capita anche che chi ha sgobbato sui libri e non splende di suo proprio intelletto creda che l’interlocutore sia culturalmente male in arnese sbagliando di grosso.

A costo di spuntarla che fa costui? Persevera equivocando i termini della questione e ciò non depone a favore di chi, magari, dovrebbe fare divulgazione o addirittura professione d’insegnamento.

Egli dice: “Se Mozart non avesse avuto accesso allo studio della musica non sarebbe diventato Mozart!”
Frase abbastanza discutibile ed infatti rispondo: se Mozart non fosse stato angustiato dal padre forse avrebbe vissuto a lungo felice ed intelligente a corteggiar fanciulle per le campagne o facendo il falegname ( chissà, magari avrebbe fatto mobili straordinari ).

Questo dovrebbe far apprezzare che l’intelligenza non s’apprende e che, per il suo svolgersi, non sono necessari ruoli prestigiosi o riconoscimenti accademici.

Non si è intelligenti perché si primeggia in qualche “arte” ritenuta eccelsa da una particolare classe sociale da una particolare comunità o in un particolare periodo storico.

Certo è che tali cervellotiche obiezioni rivelano una sottostante visione meccanicistica che impone all’intelligenza d’essere utile a qualcosa, d’essere condivisa autorizzata ed applaudita da una classe sociale, d’essere rappresentanza d’una nazionalità o d’un gruppo, d’essere collocata socialmente, inquadrata e categorizzata per il funzionamento collettivo, fino ad essere codificata e fatta nozione per l’uso didattico.

Sono fatti, non più sfumature od obiezioni che mi inquietano non poco e mi ricordano tempi bui passati o futuri in cui si razionalizzava su chi fosse abile alla vita, alla morte… attenzione!

Aggiornamento: pare che La frase sia proprio di Piero Angela!
È tratta da Quark Economia, cap. XIII!!


isolani senza humor

isolani senza humor

Eh, niente… A certi veneziani non piace la satira ( la chiamano goliardia… ). O meglio: piace quando sono gli altri oggetto del loro dileggio.
Un gruppo di presunta satira veneziana ( non faccio il nome per evitare di far pubblicità ) mi banna perché faccio vignette sui veneziani che corrono coi motoscafi ( causando disgrazie ). Eh, non si fa!!

Ecco il post che ho pubblicato nel gruppo:

isolani senza humor

Il gruppo è dedicato a chi fa il goldon a Venezia, pubblico il mio post che segnala quei goldoni che in laguna sfrecciano con i barchini, arrivando a planare e mettono a rischio la propria vita e quell’altrui. In veneziano “goldon” è sinonimo di coglione, stupido, scemo, eccetera.

Poco dopo ecco che Alessandro reagisce elogiando chi va sul barchino e fa la “planada” ( planata ). Faccio aperto riferimento al fatto che anche tra i veneziani ci sono parecchi goldon e ci vorrebbe una categoria speciale per loro.

isolani senza humor

Quindi mi chiedo se non abbiano timore a far satira anche con questo genere di veneziani e ricordo come funziona a Trieste.

isolani senza humor

Il giorno seguente sabato 19 gennaio 2019 un post del gruppo lamenta che facebook cancelli dal gruppo le persone che non vi partecipano. In realtà sono gli amministratori che cacciano la gente in massa perché non tollerano che altri facciano humor o satira o goliardia, chiamatela come vi pare.

isolani senza humor

Intervengo ribadendo quanto accaduto tempo addietro circa la censura dei miei interventi nel gruppo e vengo quindi bannato. Che assurdità!!!
Si lamentano di facebook e poi bannano chi contribuisce con la satira ad un gruppo di satira!!!
In realtà facebook non cancella nessuno dai gruppi, sono sempre e solo gli amministratori a farlo e qui lo fanno per impedire ad altri di partecipare.

isolani senza humor

Ma non solo, cancellano tutti i miei commenti al post… Incredibile!
Si sono spaventati??
Credevano che avessi intenzioni malevoli nei loro confronti?
Che mettessi in crisi il loro orticello?

La satira a Venezia è ammessa solo contro chi ci viene come turista. I veneziani sono intoccabili e se protesti scatta il ban. Bea gente!! Scoasse, altro che Goldon.

isolani senza humor

La storia inizia un paio di mesi fa quando, per puro spirito di satira, pubblico una foto di motoscafi che in laguna sfrecciano in planata mettendo a rischio la vita delle persone. Scrivo anche un articolo ( non di satira ) sull’argomento eccolo qui:
https://www.nicolaeremita.it/padroni-della-laguna-di-venezia/

isolani senza humor

Pubblico la vignetta in alcuni gruppi veneziani tra i quali quelli di satira di goldoni o roba simile. La vignetta viene cancellata. Mi chiedo per quale motivo?

isolani senza humor

Ecco le risposte: come vedete questi signori che farebbero satira, l’ammettono solamente nei confronti dei turisti e degli stranieri. Non è ammissibile far satira verso gli stessi veneziani che spesso assumono comportamenti molto stupidi e pericolosi causando anche la morte del prossimo.

isolani senza humor

isolani senza humor

isolani senza humor

isolani senza humor

isolani senza humor