nicola eremita

proemio

Ho inteso utilizzare questa potentissima risorsa tecnologica, così impermanente fragile e fresca come esercizio per pensare, scrivere, testimoniare.

La carta è ancora e sarà, forse, sempre, il mezzo più sicuro per conservare e tramandare il pensiero e il sapere. La rivoluzione dell’informazione oggi consente di mantenere una fessura aperta verso il prossimo in maniera non mediata o filtrata da terzi; prossimo che è estraneo nel modo più concreto e determinato. Credo che questo sia un grande sollievo ed una sfida.

Un cinico potrebbe osservare che aggiungo qualcosa d’insignificante ad un mondo, quello umano, pieno di banalità e cose insignificanti. Io non sono un cinico, anche se mi affascina il cinismo e ritengo che nulla, nei fatti umani, sia insignificante; l’umano, forse, è qualcosa di così contorto, così perverso e contraddittorio che l’arte, quel gioco che ha inventato, potrebbe certamente occuparsi solo dell’umano per sempre; ignorando la natura. A noi umani è concesso.

Non ho alcuna ambizione che non vada oltre le mie possibilità, non ho alcuno spirito di competizione che non sia retto dal miglior affetto per la lealtà. Non ho mai provato invidia né gelosia per alcuno. Ho sempre visto il prossimo come una risorsa, una porta su un universo da scoprire. Nonostante tutto quello che vedo accadere, rinnovo sempre la mia fiducia quando incontro persone che mi donano anche un piccolo barlume di luce.

Ecco, si, questo è uno dei miliardi di piccole fessure dalle quali possiamo sbirciare i nostri simili o per concretizzare i nostri sospetti circa la realtà che ognuno di noi sia diverso.

Buon divertimento.