cosa succede al tango

cosa succede al tango in Italia?

Credo che il fenomeno si stia chiudendo in sè stesso, assecondando un modo di pensare che vede il tango come un fenomeno folckloristico defunto dal 1950. Attenzione!

In in questo modo il tango perderà il suo vero significato di esperimento in evoluzione ma sarà solamente un argomento utile ai locali notturni, per riempire le sale da ballo…

Questo l’ho scritto nel 2010, quattro anni fa; ed oggi sono sempre più convinto che le cose vadano in quel senso.

tango compleanno
Ci accorgiamo di ballare su brani ormai antichi, nulla, sul lato della musica, viene più distribuito nelle sale. Ho detto “distribuito” perché son certo che musicisti che compongono e suonano tango ve ne sono in questo momento. Quindi la condizione “artistica” di chi pratica il tango è quella stantia, di ciò che è passato, del vecchiume.
E dove si va col vecchiume?
Verso la fine.

In tal senso sarebbe opportuno che chi organizza milonghe clandestine o illegal, insomma raduni dettati solamente dallo spirito di gruppo e dalla passione per il tango, inserisca con maggior coraggio brani di musica contemporanea che siano adatti o magari che siano veri e propri tanghi del nostro tempo. Senza alcuna supponenza o posa narcisistica.

È sicuramente chieder tanto, perché sappiamo benissimo che questa come tutte le forme d’arte, raccoglie quella gran parte dell’umana specie che è più torbida d’afflizioni.

Non arrivano giovani semplicemente perché si continua a non voler uscire dallo schema tango argentino anni 1940-1950 solo e solamente tango argentino; e quei giovani che vanno a lezione non vanno a ballare perché sono in soggezione rispetto all’ambiente difficile e chiuso.

Il problema sono anche le scuole che non insegnano ad ascoltare la musica e ad apprezzare l’usanza di invitare dame sempre nuove.

tango mantova
Festival del tango di Mantova 2009

Per attirare i giovani si deve aprire la mente alla musica e gli istruttori devono essere più giovani, inoltre si devono organizzare delle milonghe nei bar in cui accedono anche i non tangueri.

Se daremo massima espressione all’arte del tango accogliendolo in tutte le sue differenze ed in tutti i suoi aspetti e se organizzeremo FESTE e non più milonghe, avremo l’attenzione anche dei più giovani, dei più timidi e delle persone meno boriose del mondo!

Domandiamoci perché le scuole di tango sono sovraffolate di gente mentre invece nelle milonghe ci sono sempre gli stessi!

Noi veterani spesso abbiamo un atteggiamento poco accogliente e per nulla accomodante verso i principianti. Questo è stupido perché ci siamo passati tutti, nessuno è nato imparato!!

Non si è bravi tangueri o tanguere se non si ha comprensione per i principianti e se non si incoraggiano i principianti a scendere in pista.
Le milonghe devono diventare delle feste!

tango a san marco venezia
È assurdo voler importare dall’Argentina anche la tradizione; o che gli stessi argentini siano convinti di poter esportala “asetticamente”. La tradizione è nel sangue degli argentini non nel nostro.

Noi dobbiamo trasformare questa cultura, arricchirla e integrarla con la nostra, soprattutto con la musica più moderna con le armonie di Capossela, di Conte, di Caparezza e di tanti altri compositori. Anche i compositori di musica classica sono una risorsa importantissima, dobbiamo coinvolgerli.

Un esempio è il CD Reunion Cumbre realizzato da due eccellenti compositori e musicisti Veneziani grandi interpreti di Vivaldi.

Personalmente ritengo che il tango piaccia proprio ai giovani, diciamo a quelli che hanno un’età dai 25 anni in su. Tutto dipende da come viene loro presentato. Manca, secondo me, un linguaggio che sia compreso dai giovani.

Non credo che arricchendo la danza con qualche decoro e magari, acrobazia, essa non sia più un’emozione. Credo che sia vero che si balli con la mente, soprattutto con la mente. Credo che qualsiasi novità, qualsiasi nuovo passo, qualsiasi “acrobazia” siano sempre qualcosa in più che aumenta le possibilità di comunicazione durante la danza e quindi in grado di aumentare l’emozione l’entusiasmo il divertimento in quei pochi minuti.

Ricordiamoci che questo è un gioco e che quindi come tale deve divertire.

Nel divertimento potrai trovare l’emozione e anche l’amore; il tango è un’insostenibile leggerezza dell’essere; non zavorriamolo con inutili artifici accademici ed etichettature che spesso sono propri di chi ha dei limiti e vuole limitare tutto ai propri limiti, per essere, in quei limiti, il più grande.

Credo che i giovani si allontanino in quanto non vedono nel tango quei valori di DIVERTIMENTO che invece dovrebbero caratterizzarlo. Molti istruttori si prendono troppo seriamente e quindi trasmettono un’idea austera e limitante della danza. Non trasmettono il valore di intrattenimento e di divertimento che essa in realtà ha alla sua base.

tango a san marco venezia

Alcuni considerano il tango come una missione sociale o addirittura politica, l’idolatrano come forma d’arte. L’idolatria porta alla distruzione.

Le lezioni di tango in genere si basano su brani vecchi e sempre quelli. Facciamo, ad esempio, come fa qualcuno che insegna sulla base di brani di musica leggera contemporanea, vedete voi come cambia tutto!!!

Deconstestualizziamo la danza dalla musica e introduciamo il tango come motivo di ballo adatto a qualsiasi genere musicale; utilizziamolo come mezzo di divertimento per coppie occasionali e non!

Basta con le scelte di principio, i valori originarii. Noi non siamo originarii siamo europei, italiani, abbiamo portato noi il tango in argentina, possiamo a buon diritto riprendercelo e trasformarlo come meglio ci pare. Con tutto il dovuto rispetto per la storia!

Si continua a vendere roba vecchia perché la gente ignorante non riesce ad ascoltare la musica, non va a tempo e non conosce i passi. Quindi per vendere, per riempire le sale, si continua a mettere i soliti 90 brani sempre quelli e sempre li stessi; perché la gente ignorante è la maggioranza.

Quindi le cose stanno così: chi vuole innovare contaminare e produrre nel tango non può rivolgersi a tutti perché la gran massa è vecchia e non vuole nemmeno ascoltare la musica perché non la capisce.
La gran massa vuole sentire sempre li stessi brani, possibilimente marcette, vuole fare sempre li stessi passi, vuole piagnucolare in pista.

Coloro i quali hanno ancora una mente giovane e ricettiva e vogliono mettere alla prova i propri limiti saranno sempre pochi.

Io ballo con centinaia di donne tutte diverse e non disdegno le principianti, non faccio alcuna selezione, ballo per divertimento.
Perciò sono sicuro di quel che dico.

L’ambiente del tango italiano è ridicolo, pretestuoso e presuntuoso, pieno di gente boriosa e ignorante che si nasconde dietro pretese di tradizionalismo ma che in realtà non è in grado di distinguere Pugliese da Salgan e nemmeno di ballarlo facendo una distinzione.

Un rinnovamento si può sperare solamente auspicando che giovani compositori italiani si cimentino con il genere e producano nuovi brani e che trascinino nuove generazioni all’ascolto ed alla danza della nuova musica!

dana day nel polesine

Questo ambiente chiuso accademico e finto-tradizionalista, interessato solamente a riempire le sale di vecchi è sterile.
Ci vuole un rinnovamento!
Non possiamo tirare avanti dicendo che il tango è morto nel 1950!
Queste sono sciocchezze che certi istruttori berciano nelle cosidette scuole di tango che invece sono dei luoghi dove il tango viene ucciso!
Volete insegnare ma non siete artisti!!
Per insegnare un’arte bisogna essere artisti: avete capito???
Se non siete artisti siete solo della povera gente che specula e guadagna uccidendo il tango!

Per essere artisti bisogna aver sofferto. Bisogna aver amato la musica, tutta la musica, e bisogna amare la danza, tutta la danza!!
Non bisogna avere pregiudizi, bisogna guardare avanti dare fiducia ai cambiamenti e non arroccarsi sul rassicurante vecchiume come avvoltoi sulla carcassa!!

Molti di quelli che si credono maestri non sanno un beneamato tubo dei compositori delle loro idee, di quello che esprimevano con la loro musica. Gli artisti hanno sempre guardato avanti e se ne sono infischiati delle tradizioni, hanno spezzato le catene dell’accademia per dare sfogo alla propria immaginazione!

tango san giacomo venezia

Il tango è la più alta espressione di libertà nella musica. Accoglie ogni genere ogni sfumatura. Si ciba di musica classica, pop, rock, punk, jazz. È un genere totalizzante universale e parla tutte le lingue.

Dobbiamo assecondare la volontà del tango e quindi aprirgli le porte!
Il tango può essere la musica di ogni paese, di ogni popolo, di ogni cultura e tradizione.

Il tango è la musica dell’umanità perché ha al suo interno tutta l’umanità possibile ed è aperto a tutte le forme di umanità.
Suoniamolo e balliamolo in italiano, francese, inglese, tedesco, australiano!!

Abbandoniamo i nostri pregiudizi e la nostra inutile ignoranza!

L’evidenza dei fatti è questa: si ha tutto l’interesse affinché la gente rimanga ignorante, non capisca più di tanto, non impari più di tanto, non chieda troppo e non pretenda di capire, in modo tale che quelli che si autoincoronano maestri di tango rimangano tali, che gli incompetenti continuino a dar lezioni, che gli ignoranti continuino a protestare quando viene messo un brano che non sia tra i soliti 90.

In modo tale che il business rimanga nelle mani di questa gente che uccide il tango!!

Il rischio più grande è l’istituzionalizzazione. Bisogna evitare di istituzionalizzarsi e quindi di non vedere altro che se stessi ed immedesimarsi troppo. La cultura del tango è a disposizione di tutti, non è il regno di qualche persona che a torto o a ragione si ritiene competenze in base a qualsiasi curriculum abbia.

La cultura è a disposizione di chiunque voglia accedervi e la cultura concede a tutti la libertà d’espressione e di dire cose giuste e sbagliate. Io ritengo che ciò che dico sia giusto e ho il coraggio di dirlo.

nicola-eremita

Nicola Eremita ( l'eremita insomma, dal 1971 in corso ), cognome reale. Terrestre a tutti gli effetti, osserva con controversa empatia l'umanità nel suo complesso. Soffre di simpatia per i popoli orientali di cui non sa quasi nulla ma ammira saggezza e complessità. L'idea stereotipata del buddhismo lo incuriosisce. Il pragmatismo, nella sua lontananza dall'italianità lo attrae. Legge di scienza, arte, filosofia, storia. Non legge romanzi. Scrive, quando riesce a far funzionare il cervello, sulle arti e sui saperi cercando angolazioni immacolate e prospettive ad altissima definizione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *