la gazza ladra a la maniera de "bestiario moderno"

La Gazza Ladra

A la maniera del “Bestiario Moderno” sui recenti fatti d’appropriazione indebita d’altrui letterario manufatto

Ignota ai più la vicenda che vide verso fine marzo 2024, Pasqua imminente, una popolana utente del socialnetwork FB appropriarsi senza alcun diritto di componimento letterario aforistico rilasciato dalla pagina “Bestiario Moderno”.

Il fatto diede seguito a dignitosa reprimenda che s’inflisse proprio nella bacheca della rea con una sostenuta ed onorevole fecal tempesta di commenti.

Seguendo con piacevole interesse i testi letterari del “Bestiario Moderno” da alcune settimane e considerando la letteratura volta ad un triste destino d’aridità senza il flusso continuo ed inesorabile dell’umana stupidità, ho voluto dedicare un breve racconto alla maniera “Bestiario Moderno” in riferimento al tossico ( ma neanche tanto ) episodio sottrattivo ed abusante.

La redazione dell’eccellente pagina, cui ho sottoposto il brano, non me ne voglia o magari voglia farsene delatore.

La Gazza Ladra

la gazza ladra a la maniera de "bestiario moderno"

La gazza ladra al tramonto era lurida di fango e di quelle polveri tossiche che s’impastano ai bordi delle strade; saltellava lugubre mentre approntava il decollo per svolazzare verso il suo nascondiglio quando vide quel maledetto scintillio.

Impossibile trattenersi pur avendo l’intestino pieno di lombrichi larve imenotteri falene lucertole che pretendevano il loro destino. Si gettò quindi sul bottino, là tra una pietra miliare anno 18 dell’impero e un sacchetto della Lidl pieno di lattine di tonno sfondate, fazzoletti incrostati di moccio e sperma e lastre di pvc dure come acciaio in cui le fette dei porci resistono alla decomposizione.

Col becco infilò la catenina ma era lunga e attorcigliata in parte in quello schifoso cespuglio di ortiche tarassaco ruta filtri marlboro e piscio. La gazza si mise a picchiettare ostinata là, nel torbido.

Sotto il suo becco avido sbucarono alcune decine di piccoli toporagno affamati, la toporagno-madre era stata schiacciata la sera prima mentre rientrava con la spesa.

I toporagno con le fauci taglienti lacerarono il collo della gazza sbranandola in pochi minuti. Poi si divisero il bottino e fieri sfilarono ognuno con la sua catena d’oro sul collo villoso.

nicola-eremita

Nicola Eremita ( l'eremita insomma, dal 1971 in corso ), cognome reale. Terrestre a tutti gli effetti, osserva con controversa empatia l'umanità nel suo complesso. Soffre di simpatia per i popoli orientali di cui non sa quasi nulla ma ammira saggezza e complessità. L'idea stereotipata del buddhismo lo incuriosisce. Il pragmatismo, nella sua lontananza dall'italianità lo attrae. Legge di scienza, arte, filosofia, storia. Non legge romanzi. Scrive, quando riesce a far funzionare il cervello, sulle arti e sui saperi cercando angolazioni immacolate e prospettive ad altissima definizione.

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