La democrazia non è solo la possibilità di votare un rappresentante politico che promuova istanze di un certo gruppo di persone, accomunate da alcune idee. La democrazia è un complesso insieme d’istituti e organismi che esercitano precise funzioni atte a consentire alla più larga fascia di popolazione l’accesso ai diritti e l’assolvimento dei doveri.
I diritti e i doveri sono quindi regolati da usi regolamenti e leggi che devono rispecchiare i principi fondanti le democrazie moderne.
Se usi regolamenti e leggi sono alla mercé di scambi economici o di interessi finanziari, abbiamo soggiogato dei principi fondamentali ed indisponibili al capriccio degli obiettivi di minoranze e questi obiettivi è fatale che non possano corrispondere al bene comune.
La trattativa Stato-mafia ne è un esempio; o la pretesa cessione di sovranità che qualche tempo fa auspicava un Primo Ministro accarezzatore di barboncini. Oppure quella che, sempre più, si presenta come la trasformazione del territorio nazionale in un centro d’accoglienza per ondate migratorie illegali in cambio di presunta benevolenza europea; mentre almeno 250mila italiani emigrano.
Ci sono troppe contraddizioni in questo modo d’interpretare la democrazia. Troppe forzature del diritto, oltre che di quel buonsenso del buon padre di famiglia che pretende responsabilità da tutti e premia e tutela chi dimostra impegno nel lavoro e nei sacrifici.
Stalin deportava gruppi etnici nella sua Unione Sovietica, al fine di sedare culture locali non troppo avvezze alla sottomissione. Perché quando si spostano gruppi etnici non si spostano solo persone ma anche idee ideologie convinzioni etiche e religiose.
In quanti modi dobbiamo e possiamo interpretare questa migrazione contemporanea?
Una superpotenza mondiale come l’Europa che resta inerme salvo consegnare tutto a qualche ong?
Difficile che sia una mera fuga dalla miseria considerando che non si tratta di viaggi organizzati dai governi ma di odissee a pagamento sotto l’egida di criminali sanguinari e spietati.
Potrebbe essere un’intenzione voluta e programmata come dicono alcuni.
Penso che ciò che importi invece sia la pretesa che in ogni aspetto di questa oscura vicenda la parola sia solo del diritto nazionale ed internazionale; perché quello è la base che i popoli europei si sono guadagnati in secoli di guerre soprusi dittature sterminii.
Una deriva da ciò sarà segno del fatto che la democrazia, così come l’abbiamo voluta e sofferta, da troppo tempo è messa sulla piazza del mercato a disposizione del miglior offerente.