Libero componimento di dedica ai sentimenti verso Venezia e il suo ethos
Premabolo
E fu così che i primi di gennaio 2024, ricevuta la notizia, mi iscrissi per la seconda volta al fortunato Festival della Poesia Erotica Baffo-Zancopè, l’altra volta fun nell’ormai lontano 2015.
Per gli uomini stupendi e le donne meravigliose de La Compagnia de Calza I Antichi, giunti già alla trentaduesima edizione del Festival, ho riservato questo libero componimento non in metrica e con rima zoppicante. La graziosissima Giuria ha voluto quindi lodare il componimento con il Premio Mario Stefani.
Esso nasce dai seguenti fondamentali:
- il brano di Beethoven;
- le parole di Lamberti;
- gli acquerelli di Giovanni Testa eseguiti al Lido tra il 1985 e il 1990.
Beethoven si divertì a scrivere canzoni di stile popolare, tra le tante che compose vi fu anche quella dedicata a Venezia, Lamberti vi dipinse sopra un brano poetico di profonda dolcezza e delicatezza eccola:
A la biondina in gondoleta
Cara la mia biondina, putea par sempre!
Senza il fio d’un Dorian Gray.
Vai nua nuando par canaletti canalini e canalassi, sfiorando insulsi tesori, grevi sui fondali, in acque salse, infette, luride, di sentimenti popolari.
Cara la mia biondina, con te in gondoleta vogo i miei trent’anni.
Sonnecchi, t’accoccoli, come i tuoi innumeri gatti. Sotto, mille più mille pescetti in plumbei banchi. Sopra, il ciel bruno, istoriato di tetti, poi prussiano, celeste, ridanciano agli occhi stanchi.
Cara la mia biondina:
“Ti geri Regina dei mar!”, “Mi so rivà tardi! Tardi a fare arte e amor co’ ti!”
Sei bimba da ciavar, di quelle che va anca coi veci. Di quelle che va anca col balon da vento e la so pantegana.
Che va co tuti, basta che i paga!
Cara la mia biondina, nazion che volevasi impero, maliarda d’ambascerie.
Oh me ignorante! Casati Stampa te credevo; sei persa in una sagra di fumose fesserie.
Sensual domine de scritte licenziose, sacco de camarille ideologiche et faziose.
Cara la mia biondina, fai l’amor dondolante e t’indormenti?
Trope fritoe!
Altro son l’erotici zavagi!
Resto svegio; vardarte da malinconie struggenti!
Altro son i sessuali ardimenti!
Cara la mia biondina, vacuo l’universal nido di scienze ed arti, vacuo il talamo di sudori degli amanti.
Carnaval è lo spettro di quei tempi; Piazza è palco per goliardi e mestieranti.
Cara la mia biondina, chiuse cassapanche colme d’erotiche vittorie, lasciati teneri silenzi all’oblio di crudo frastuono; un acquerello al Lido, intonato a modo e dedizione, giunge inatteso e tagliente dal lontano-vicino effervescente, sistema di comunicazione.
Casuale incombente messia del ricordo; e tutto il tuo corpo emerge dal mare colle braccia di sabbia a fargli da bordo.
Dispero e piango senza controllo, cara la mia biondina, sorgi ancora nel lampo di un giorno!