il cerchio di fuoco

Il cerchio di fuoco

Ai tempi del ventennio tutti i cittadini erano mobilitati. Erano tutti soldatini dell’esercito di cartone del dittatore col faccione ed il mento volitivo. Già allora ( e forse anche prima ) la nostra penisola era una barzelletta tragicomica.

Il neorealismo con i suoi bravi registi nel dopoguerra fu in grado di rappresentare plasticamente la disgraziata realtà socio-culturale di questo paese, ben definito ventre molle d’Europa, o anche il paese in cui le partite di calcio vengono prese più sul serio delle questioni di Stato.

Quello che è accaduto al mondo in questi ultimi mesi non succedeva dal 1576. La crisi che stiamo vivendo non è finanziaria e non è una crisi di domanda. È una crisi del tutto nuova che il nostro sistema economico non ha sperimentato dalla fine del cinquecento. È una crisi che colpisce la liquidità e tale mancanza di liquidità è dovuta allo stop della circolazione monetaria. Le aziende che sono alla base dell’economia reale devono essere messe nelle condizioni di far circolare moneta.

L’Italia con tutto il mondo occidentale avanzato si sono trovati completamente disarmati, nudi, davanti a questo fatto ancestrale, esempio della più severa legge di natura che non ha alcun riguardo per la ragione, anzi, la beffa, scaraventandola nell’incomprensione nell’irrazionalismo. Dando vigore ai più oscuri presagi.

La sanità ha svelato le sue gravi lacune, frutto di amministrazioni che hanno attuato piani di riduzione della spesa definiti a suo tempo “salvaitalia” o dando credito a presunte panacee neoliberiste.

INPS e la seicento in euro

Ecco oggi affacciarsi un altro volto non meno squallido della nostra realtà di progresso senza sviluppo, della nostra realtà che sputa in faccia all’istruzione, alla cultura, all’arte, alla scienza ed ai valori positivi del welfare; questa volta sul versante dell’economia reale, che è il motore del nostro quotidiano.

il cerchio di fuoco

Consentire all’economia reale di resistere significa impedire il blocco della circolazione monetaria. Il Governo attua la disposizione del contributo di 600 euro per ogni lavoratore autonomo secondo determinati criteri di merito ( anch’essi largamente discutibili ).

Ebbene come viene attuata questa necessaria operazione?
Con il solito sistema all’italiana che non fa uso corretto delle tecnologie più avanzate ma le adopera come ulteriore sistema di vessazione e di discriminazione tra i contribuenti sulla base della furbizia, della scaltrezza e velocità di mano.

Per accedere al contributo si deve seguire una procedura online sul sito di INPS che ovviamente in pochi minuti scoppia per l’eccesso di connessioni.

Ma che senso ha questa cosa?
Non vi pare pazzesco?
Gli uffici pubblici hanno tutto di noi!
Hanno le dichiarazioni dei redditi i versamenti inps i versamenti inail le dichiarazioni ici imu intrastat le comunicazioni iva le certificazioni uniche i 770 i 730 le fatture elettroniche le ricevute fiscali elettroniche i contratti registrati ed una lunga lista di altre informazioni tutte digitalizzate.
Eppure ci chiedono ancora di fare una domanda per i 600 euro.

Ci sottopongono a ore ed ore di attesa su un sito web scoppiato che non riesce a contenere le connessioni. Nella già disagiata condizione in cui il lavoratore autonomo si trova, con pagamenti bloccati, entrate azzerate ed una serie di scadenze delle quali non tutte sono disposte ad attendere, il lavoratore autonomo deve sedere ore ed ore avanti al pc o fare la questua presso ordini di artigiani o commercialisti per presentare la cartina, per dimostrare ancora per l’ennesima volta al suo paese che lui è degno.

Deve ancora e ancora saltare nel cerchio di fuoco, a petto in fuori!
Per due gallette e una fibbia di stagnola.

Ecco allora che tutti i volonterosi “autonomi” si adeguano e corrono si affrettano fanno ressa sul web perché non si fidano hanno giustamente paura di non arrivare in tempo di essere esclusi pur avendo diritto.
Perché ormai conoscono questo paese. Sanno che le code esistono solo per i fessi. Sanno che le risorse non basteranno per tutti e quindi chi prima arriva meglio alloggia.

Il sadismo di Stato, il sadismo istituzionale unito ad una ricca dose di cinismo e di supponenza verso chi intraprendere in autonomia e non è legato alla poppa di Stato, è qui rappresentato in maniera statuaria e regale. Esso è rappresentato nel modo anche più subdolo della sfacciata dittatura, perché ammantato da presunti indirizzi di merito coll’ipocrita prefazione dell’intento umanitario caritatevole.

Eppure non è carità, non è umanità. È il solo modo per salvare un sistema economico che tutti noi condividiamo, TUTTI.
Devono farcelo andar di traverso perché noi autonomi evidentemente stiamo di traverso.

 

 

 

complottismo

Complottismo?

In queste ore stiamo assistendo alla proliferazione esplosiva di messaggi audio/video confezionati col pretesto dell’emergenza sanitaria in corso. Viaggiano nei socialnetwork ma anche nei sistemi di comunicazione più diretta come whatsapp e chat varie.

Questi messaggi pretendono d’informarci circa rischi rimedi e presidi di sicurezza da attuare contro la diffusione del virus e per evitare o mitigare l’infezione. Oppure sono costruiti per NEGARE l’evidenza dei fatti, per NEGARE o minimizzare la sussistenza dell’infezione in corso o per interpretare questa situazione come l’esito di un’azione premeditata da i più disparati gruppi di potere economico e/o politico, insinuando nelle persone, già molto allarmate, la diffidenza verso le istituzioni del nostro paese.
Ritengo che questi fatti abbiano una pesante rilevanza penale e dovrebbero essere perseguiti nella maniera più severa possibile e, se le cose dovessero ancora peggiorare, anche con l’applicazione del codice militare.

complottismo

Ho visionato un breve filmato di un tizio che s’accompagna con una lavagna a fogli sulla quale pasticcia i numeri dell’epidemia. Costui dichiara con orgoglio di NON aver studiato ( pare un immobiliarista ) e che le cose che ha capito sono facilmente reperibili sul web. È convinto così di aver scoperto una grande verità, che nessuno oltre lui conosce. Nel video dichiara che sua figlia gli ha insegnato in quell’occasione a calcolare i pesi per le valutazioni statistiche dei dati ( somme e frazioni )!!!!
Il problema è che questo tizio fa sul serio.

Invito tutti a grande prudenza nel fruire di questi prodotti multimediali. Se non hanno un’origine ed una certificazione ufficiale di provenienza istituzionale: ministeri, ASL, enti regionali, provinciali, statali, organi preposti all’ordine pubblico, enti universitari o di ricerca, sono da ritenersi a priori INATTENDIBILI.

Purtroppo molti di questi audiovisivi sono il frutto di menti malate, di persone fallite sotto molti aspetti della loro vita che cercano in queste drammatiche ( o tragiche ) occasioni un momento di visibilità o di rivalsa verso il mondo.

Nel migliore dei casi si tratta semplicemente di mitomani psicolabili con la mania della ricerca del complotto o della lettura dietrologica di ogni fatto.

Nel peggiore dei casi questi profili hanno anche aspetti più degenerati che sconfinano fino alla malafede. Si tratta allora di sociopatici o psicopatici.
Non basta quindi la semplice e sbrigativa definizione di “complottista”.
Si deve trovare un’altra definizione per questi degenerati. Non sono complottisti. Perché sarebbe come ammettere che il complotto non sia possibile.
La categoria del “complottista” è, ormai associata al disprezzo ( e ciò è male ) ma può comprendere anche persone sane e lucide che indagano con criterio nei fatti di cronaca e di storia per scoprire nuovi indizi e segni che possano ridefinirli e reinterpretarli. Si tratta del lavoro che fanno anche molti storici, politologi e studiosi in genere, oltreché molti investigatori criminologi e sociologi.

Personalmente li definirei degli sciacalli mediatici che, colla scusa di emergenze o fatti gravissimi e di rilevanza nazionale o internazionale, cercano visibilità e rivalsa per soli scopi narcisistici. Sono sciacalli narcisisti, quindi psicopatici o sociopatici. Potrebbero vivere costantemente in uno stato allucinatorio, afflitti da manie di persecuzione e forme di delirio paranoide.

Queste condizioni di degrado psichico, con l’innesco di una desolante situazione d’aridità cognitiva, d’irrecuperabile ignoranza e grettezza morale, conducono alla premeditazione ed alla conduzione d’azioni eclatanti, rivolte a coinvolgere quanta più gente possibile per ottenere personale giovamento: la soddisfazione di essere al centro dell’attenzione, soli contro il mondo che tende ad emarginarli.

I danni che possono procurare nella nostra società possono essere notevoli quanto più quest’ultima non dovesse scegliere la strada della trasparenza e della condivisione delle informazioni e della conoscenza. La fiducia alla lunga paga, la sfiducia il moralismo, la supponenza creano il clima adatto alla proliferazione di questi malanni.